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venerdì 7 giugno 2013

COMING SOON


waiting for next year:
MAGGIO 2014

il nuovo romanzo del nuovo ciclo





EXCEPT da FURIA LETALE:

 
Girò la chiavetta per accendere la Jaguar E-Type. Un rombo sordo, feroce. Dodici cilindri a V, 300 cv di potenza a 6000 giri. Un vero gioiellino su quattro ruote.
Uscì dal montacarichi e guadagnò la rampa che conduceva in quella che un tempo era stata la sala di stoccaggio delle merci. Tenendo l’acceleratore sotto controllo, attraversò il cortile. Tergicristalli alla massima velocità che ripuliscono il parabrezza, ruscelli di acqua letale che la fanno rabbrividire. Si fermò di fronte al cancello. Azionò il telecomando per aprire. Poi varcò l’uscita. E attese che l’anta si richiudesse alle sue spalle.
Prese la strada che costeggiava il fiume. Procedendo a velocità modetata sotto lo scrosciare violento del temporale. Una volta giunta all’incrocio, avrebbe imboccato la statale che portava verso il centro e nel giro di mezzora sarebbe giunta a destinazione.
Abbassò lo specchietto retrovisore quel tanto che bastava per specchiarsi il viso. E per un assurdo momento non si ritrovò più gli occhi e allora spalancò la bocca per gridare. Proprio come il soggetto del quadro che teneva nel suo rifugio come un monito. Provò a sbattere le palpebre. E le orbite vuote si riempirono di pupille viola, brucianti di fuoco e lacrime.
Chi sono io? si chiese. Una domanda sincera. Adesso io sono diversa…
Si toccò la fronte nel punto dove era stata infissa la spina del controller. La pelle sembrava bruciare. Fece una smorfia.
Adesso io sono libera di uccidere tutti quanti: i responsabili dell’orrore.
Io sono…
Le sue labbra si mossero per sussurrare un nome. Uno solo. Il suo nome di battaglia. Accompagnato da un brivido interminabile. Nemesis.
















sabato 1 giugno 2013

NEL CUORE DEL DIAVOLO IN eBOOK

 

 

 

Hydra Crisis - Nel cuore del diavolo (Segretissimo) in eBook

https://play.google.com/store/books/details?id=OZo0YQKw9HsC&rdid=book-OZo0YQKw9HsC&rdot=1&source=gbs_vpt_read

http://libreriarizzoli.corriere.it/Hydra-Crisis-Nel-cuore-del-diavolo-Segretissimo-/6pesEWcVdTsAAAE.Q4oRW6Gn/pc?CatalogCategoryID=5sasEWcWTBwAAAErGrkdhq_J&Root=eBook

http://www.amazon.it/Hydra-Crisis-diavolo-Segretissimo-ebook/dp/B00CRR72ZA/ref=pd_sim_kinc_3 

http://blog.librimondadori.it/blogs/segretissimo/2013/04/29/jo-lancaster-reno-hydra-crisis-nel-cuore-del-diavolo/

  1. il professionista
    bentornato Marc Ange:-)
  2. andrea-tortellino Finalmente potrò leggermi un Segretissimo di J.L. Reno :)
  3. Marco ovviamente da prendere
  4. VergaG Anche questo è disponibile in ebook. Molto bene….. Grazie per l’avviso.
  5. AgenteD …Ma che bella sorpresa! Acquisto obbligatorio!
  6. Roccardo larosa Falcetta Lo spy secondo la mente di un horror writer. Già letti e apprezzati alcuni precedenti.
    Prima o poi, oltre alle doverose ristampe del Professionista dovrete decidervi a riportare in edicola anche gli altri serial della Foreign Italian Legion…

  7. eg8 Già iniziato a leggerlo… Correte, è imperdibile.
  8. michele
    Ciao a tutti i primi mi sono piaciuti parecchio. Qualcuno sa dirmi se questo è all’altezza dei precedenti? Dalla presentazione mi sembra sul genere “fantastico” che non mi fa impazzire… 

    Alessio Lazzati
    1. Scusa il ritardo Michele. Sì, il libro è all’altezza dei precedenti. Ha un prologo che potrebbe essere fantastico, ma che poi… personalmente mi sono divertito parecchio.



venerdì 31 maggio 2013

NEL CUORE DEL DIAVOLO - BEKA




I due avversari si fronteggiarono guardandosi negli occhi. Attenti al respiro, alla percezione delle cose. Al tutto e al niente. Posizione di guardia.
Il tempo che sembra fermo. Cristallizzato in quell’attimo preciso. Il confine fra la quiete e la voglia di distruggere il mondo.
Con un ringhio minaccioso, Beka, fantasma nero con una maschera sulla faccia, buttò fuori l’aria e si apprestò a colpire.
L’uomo di fronte a lei, occhi di smeraldo che sembravano bruciare, fece lo stesso.










BOOKTRAILER:


giovedì 30 maggio 2013

NEL CUORE DEL DIAVOLO - LOCATION - SIBERIA




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Sei ore di viaggio: duemila chilometri percorsi sopra i cieli della Siberia. Passando da una notte all’altra: coincidenza di fusi orari protesi verso la tenebra, come se la mattina non potesse più giungere. Poi l’Mi-12 era atterrato al limitare della taiga, dove c’era una specie di hangar illuminato.


Siberia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
 
La Siberia (in russo: Сиби́рь Sibir; in tataro: Seber; in mongolo, "Siberia" significa "terra che dorme" [Sibi]) è una vasta regione della Russia che copre quasi tutta l'Asia settentrionale e comprende una grande parte della steppa eurasiatica. Si estende ad est a partire dagli Urali fino all'Oceano Pacifico, e dall'Oceano Artico verso sud fino alle colline del Kazakistan centro-settentrionale e fino ai confini con la Mongolia e la Cina. Quasi tutta la Siberia appartiene alla Russia, ricoprendone il 56% del territorio, eccetto la zona sud-occidentale, che è in Kazakistan.

La Siberia ha un'estensione di 9.653.000 km². Morfologicamente presenta a ovest, nel territorio compreso tra il fiume Enisej e i monti Urali, il Bassopiano della Siberia Occidentale, ampia regione pianeggiante composta soprattutto da acquitrini, nella parte centrale l'Altopiano della Siberia centrale di altezza compresa tra 400 e 1250 metri e più a est un complesso sistema di catene montuose.

I sistemi montuosi principali della Siberia sono i monti Jablonovy e Stanovoj vicino al confine cinese, la catena montuosa Kuzneck Alatau a sud, i Saiani e l'Altaj a sud est, i monti Džugždur a est e più a nord nella Jacuzia i Monti di Verchojansk e dell'Aldan. Nell'estremo oriente di questa terra si trovano i monti della Kolyma e, lungo tutta la penisola della Kamčatka, una catena di vulcani, molti dei quali ancora attivi.

I fiumi principali sono l'Ob', lo Enisej, la Lena e la Kolyma, che sfociano nel Mar Glaciale Artico e che sono raramente navigabili, poiché sono spesso ghiacciati a causa delle elevate latitudini cui si trovano. Altro corso d'acqua molto importante e l'Amur, che per lunghi tratti segna il confine tra la Russia e la Cina per poi sfociare nell'Oceano Pacifico di fronte alle coste nordoccidentali dell'isola di Sahalin.
La Siberia è caratterizzata da un clima continentale, con estati brevi e calde o talvolta con episodi di caldo decisamente accentuato ed inverni molto lunghi ed estremamente rigidi: le temperature scendono non di rado al di sotto dei -50 °C.




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Marc si guardò attorno. Notò una specie di casupola con il tetto ricoperto di neve, stalattiti pendenti come strani denti aguzzi, sopra scritte in cirillico. Riuscì a distinguere le parole “stazione” e “campo”. Binari scintillanti trapelavano dal terreno in prossimità di un piccolo carro frangighiaccio, obsoleto e rugginoso. C’era una vecchia locomo- tiva dipinta di rosso, vetusta testimonianza dei tempi che furono. Quel luogo doveva essere stato una sorta di tappa ferroviaria intermedia, lo snodo di un ramo secondario collegato alla vicina linea Transiberiana.

 

 

 

Transiberiana

La celeberrima Transiberiana è la tratta che unisce con una linea ferroviaria le parti più estreme della Russia, da Mosca fino alla perla della Siberia Vladivostok, o con un itinerario diverso fino a Pechino.
Voluta dallo zar Alessandro III nella seconda metà dell'Ottocento per favorire lo sviluppo della Siberia, la sua costruzione ebbe inizio nel 1891 e durò all'incirca un decennio. All'epoca la Transiberiana si interrompeva all'altezza del Lago Bajkal per poi riprendere dalla sponda opposta, solo dopo alcuni anni iniziò la costruzione del tratto di ferrovia che oggi passa a sud del lago.
Dopo ulteriori estensioni durante il XX secolo, si sviluppa per una lunghezza di quasi 10.000 km essendo di fatto la più lunga linea ferroviaria del mondo.










 

 



 
 
 

mercoledì 29 maggio 2013

NEL CUORE DEL DIAVOLO - ELICOTTERO HOMER MIL MI-12


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Si fermarono guardandosi attorno per capire cosa fare.
Selina indicò un mastodontico elicottero parcheggiato nell’ampia area riservata in fondo al parcheggio che si trovava a est del palazzo. Si trattava di un potentissimo Mil Mi-12, nome in codice NATO: Homer. Un velivolo lungo una quarantina di metri e alto dodici, progettato negli anni Settanta per essere usato come cargo e la cui produzione era stata abbandonata da tempo. In pratica sembrava un tozzo aereo con le eliche sulle ali. Dotato di rotori trasversali e di un impianto propulsivo costituito da una coppia di turboalberi, poteva raggiungere velocità altissime. Sulla fiancata era raffigurato il logo del Giglio Nero. Il velivolo apparteneva a Drago, che doveva essersi procurato uno dei pochi esemplari rimasti.
Due uomini in nero stavano sopraggiungendo dalla parte opposta. Uno di loro indicò i fuggitivi. Erano stati individuati. Occorreva andare via in fretta.


Mil Mi-12

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il Mil Mi-12 (conosciuto in russo anche come V-12, in cirillico Миль Ми-12 o В-12, nome in codice NATO Homer, Omero) fu un elicottero da trasporto pesante sperimentale che venne sviluppato dal'ufficio di progettazione sovietico Mil a partire dalla metà degli anni sessanta. Detiene tuttora il primato di più grande elicottero mai costruito.

Il Mi-12 nacque dalla risposta della Mil a una specifica emessa nel 1965 dall'aeronautica militare sovietica (Sovetskie Voenno-vozdušnye sily, o VVS), la quale richiedeva un elicottero da trasporto pesante il cui ruolo principale avrebbe dovuto essere quello di trasportare voluminose componenti di missili spaziali dall'aeroporto dove giungevano a bordo di aeroplani di grandi dimensioni (come l'Antonov An-22) fino al sito di lancio. Un elicottero come questo avrebbe potuto avere anche un impiego civile con la compagnia di bandiera sovietica Aeroflot, in special modo per facilitare i collegamenti con la Siberia; in ogni caso la componente militare della specifica risultava preponderante.
Nonostante la VVS avesse richiesto un elicottero con due rotori in tandem, la Mil ricevette ben presto l'autorizzazione a procedere verso una configurazione con i due rotori affiancati (rotori trasversali); questo, stando all'ufficio di progettazione, avrebbe garantito una migliore affidabilità, stabilità e resistenza all'affaticamento dei materiali.

La fusoliera dell'elicottero assunse dunque l'aspetto di un consueto aeroplano ad ala fissa; dalla sommità di tale fusoliera si dipartivano due alette, caratterizzate da una marcata rastremazione inversa, alle cui estremità erano collocati i due gruppi motopropulsori. Ognuno di essi era costituito da una coppia di motori a turbina affiancati, azionanti un rotore a cinque pale; pur essendo derivati direttamente dal motore già installato sull'elicottero Mil Mi-6 (il Soloviev D-25V) i Soloviev D-25VF del Mi-12 avevano ricevuto un compressore migliorato, e la loro temperatura operativa era stata aumentata; la loro potenza era così passata da 5 500 a 6 500 cavalli vapore all'albero di trasmissione.

I due rotori erano sincronizzati in modo da non entrare mai in contatto, nemmeno nel caso in cui uno dei motori avesse cessato di funzionare. Il fatto che il rotore destro ruotasse in senso orario e il sinistro in senso antiorario (dal punto di vista di un osservatore posto in alto) rendeva poi superfluo il rotore anticoppia di coda. Il carburante era contenuto in due serbatoi cilindrici collocati orizzontalmente in basso, ai lati della fusoliera. Il carrello d'atterraggio a sei ruote era del tipo triciclo anteriore, con le due gambe principali (quelle posteriori) vincolate alle gondole dei motori e alla fusoliera da un sistema di travi e montanti.
Il Mi-12 poteva caricare un gran numero di passeggeri (fino a 120) ma sugli esemplari costruiti vennero predisposti solo 50 posti a sedere, perché il compito principale dell'elicottero era quello di sollevare grandi quantità di merci, trasportando solo il personale di qualche impianto petrolifero o missione spaziale. Per il trasporto e l'ancoraggio del carico era installata una gru con quattro attacchi capaci di sostenere 2 500 chilogrammi ciascuno o, in alternativa, di sollevare un singolo carico da 10 000 chilogrammi. Il cono posteriore della fusoliera comprendeva una rampa di carico con grandi portelloni che consentivano di immagazzinare oggetti voluminosi all'interno dell'aeromobile.

Negli anni 2000, molto dopo la fine della sua vita operativa, il Mil Mi-12 fu protagonista di una bufala internazionale che divenne oggetto dell'attenzione dei media di diverse parti del mondo. All'inizio del 2009, pochi giorni prima del 1º aprile, venne annunciata la prossima entrata in servizio di un "Hotelicopter" basato sulla struttura del Mi-12, ma radicalmente modificato per diventare un hotel di lusso volante. Il nuovo aeromobile, dotato di tutti i comfort, avrebbe avuto una lunghezza di 42 metri e quattro piani, per un'altezza di 28 metri. La bufala, scoperta come tale quasi immediatamente, è stata giudicata dal quotidiano statunitense Christian Science Monitor come una delle cinque migliori trovate per il pesce d'aprile di tutti i tempi, e dal Times inglese come uno dei dieci migliori "pesci d'aprile sui viaggi" di sempre.






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L’elicottero era ormai vicinissimo. Si trattava del Mil Mi-12 che avevano visto nel piazzale antistante il palazzo di Marly.
Selina puntò il revolver impugnato a due mani. Gambe aperte. Posizione di tiro mirato. Sparò. Il cannone sobbalzò. Ma lei tenne perfettamente sotto controllo il rinculo. Canna da dieci pollici e un calibro pazzesco, precisione notevole nelle mani di una professionista. L’elicottero venne colpito. Entrambe le volte. Ma non accennò a fermarsi.











martedì 28 maggio 2013

NEL CUORE DEL DIAVOLO - LOCATION - VALTIONHOTELLI DI IMATRA







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Il Valtionhotelli era un edificio imponente. Con l’architettura in stile Art Nouveau che gli conferiva un aspetto da magione delle favole. Bianco e rosato: marzapane nel ghiaccio, con le cuspidi delle torrette e gli scuri color carta da zucchero. 
Marc parcheggiò la Saab nello spiazzo antistante l’entrata. Subito si precipitò fuori un addetto per scaricare i bagagli, un giovane sui vent’anni rigorosamente biondo, il quale, constatando l’aspetto disastrato della macchina del nuovo cliente, non poté fare a meno di sfoggiare un’espressione perplessa aggrottando la fronte.






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Nella hall c’erano pareti dipinte con affreschi decorativi, trompe-l’oeil che raffiguravano merlature racchiuse in sagome floreali rosa e bianche. Soffitto a volta esagonale, travi di legno lucido.
Marc si avvicinò al bancone della reception, dove fu accolto con un sorriso da un uomo di mezza età, stempiato e biondiccio, che si rivelò essere il direttore in persona.
C’era una camera libera, al secondo piano. Con vista sulle rapide.
L’agente Nemo diede i documenti. Che erano ovviamente falsi. Marc Ange, residente a Parigi, professione agente di commercio.


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Secondo piano. Il corridoio deserto. Poi la porta della camera, di legno intarsiato,
come in una casetta delle bambole. Introdusse la carta elettronica e sbloccò il meccanismo. Una volta dentro si guardò attorno.
Due letti matrimoniali con coperte beige. Due poltrone color panna, tende oscuranti rosse e grigie davanti alla vetrata che dava sul terrazzo. La Samsonite era già sull’apposito supporto, pronta per essere disfatta.
Marc posò sul letto la borsa del computer, poi andò ad aprire la portafinestra e uscì sulla terrazza. Il panorama era suggestivo, con la vista sul fiume.

























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lunedì 27 maggio 2013

NEL CUORE DEL DIAVOLO - LOCATION - SAN PIETROBURGO 3 - PETERHOF



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Ercole che lotta con l’Idra a sette teste: dorato e pieno di muscoli, barba riccia e sguardo truce. Gruppo scultoreo sotto la cascata di Marly, parco del Peterhof. Simbolo di una sfida all’ultimo sangue: l’eroe che combatte il suo mostro come se fosse una nemesi.
Marc scese dalla 959 e si guardò attorno. I suoi occhi si posarono sulla scultura sotto l’acqua e provò un brivido. Dava l’idea di un presagio. Per quello che si apprestava a fare ancora una volta.




Peterhof (reggia)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Peterhof (in russo: Петерго́ф, letteralmente Petergóf; il toponimo originale, Peterhof, significa Corte di Pietro in tedesco) è una reggia dello zar, sulle rive del Golfo di Finlandia, edificata per volere di Pietro il Grande. Fa parte della lista delle Sette meraviglie della Russia.

Situato nell'omonima cittadina, a circa 20 chilometri ad ovest da San Pietroburgo, questa reggia comprende diversi e numerosi palazzi, si estende su di una superficie di 607 ettari ed è inserita nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità stilato dall'Unesco.
La tenuta di Peterhof comprende il Parco superiore, il Parco inferiore e il Parco di Aleksandra, che occupano un'area di circa 607 ettari. Oltre ai numerosi palazzi e alle molte fontane, vi sono viali alberati, sentieri immersi nei boschi e che dominano il Mar Baltico. Le Blond progettò la tenuta del Gran palazzo secondo il formale stile francese, con aiuole geometriche, sculture, chioschi e pergolati. Piante e arbusti, tra i quali alberi di vischio, olmi, aceri e roseti, vennero importati sia dalla Russia sia dall'estero.

Palazzi


La stanza di Çeşme è decorata da dipinti che raffigurano l'omonima Battaglia di Çeşme, pitture realizzate dal 1771 al 1773 da Jakob Philipp Hackert. Nel Gran Palazzo, la maggior sala di rappresentanza è anche la ricca sala del trono, progettata da Jurij Velten nel 1770.
  • Montplaisir: fu progettato nel 1714 da Johann Braunstien. Benché non vivesse nel Grande Palazzo di Peterhof, Pietro il Grande riceveva qui gli ospiti, che non potevano sottrarsi alle forti libagioni. Anche se non sfarzosi come quelli del Gran Palazzo, gli interni del palazzo Montplaisir sono altrettanto notevoli, in particolare la sala cerimoniale, rivestita in legno. Questo complesso si affaccia direttamente sul Golfo di Finlandia.
  • Marly: Marly-le-Rois, il capanno di caccia del re di Francia, ispirò Pietro durante le sue visite in Europa nel 1717. Eresse nello stesso anno una modesta residenza nel parco di Peterhof, che poteva accogliere alcuni ospiti. L'edificio si trova in un giardino di sculture e fontane.
  • Ermitage: situato in posizione isolata sulle rive del Golfo di Finlandia, questo elegante padiglione costruito tra il 1721 e il 1725 venne progettato da Braunstein come sala da pranzo privata per lo zar e per i suoi amici. La facciata in stucco è decorata con pilastri corinzi, elaborati balconi in ferro battuto e ampie finestre.
  • Cottage: La romantica tenuta-giardino del parco di Aleksandra, dal nome della moglie di Nicola I, costituisce l'ambientazione ideale per il Cottage. Questa residenza neogotica fu costruita tra il 1826 e il 1829 dall'architetto scozzese Adam Menelaws per Nicola I e sua moglie.
Sul lato occidentale si trova il complesso Marly, che include la Cascata dei Leoni, simile ad un antico tempio greco, il lago con l’Ermitage e la monumentale Cascata della Montagna d’Oro. Elemento di spicco della residenza di Peterhof è la spettacolare Grande Cascata, uno dei monumenti più affascinanti di tutta la Russia. Posizionata di fronte al Grande Palazzo, la Grande Cascata è composta da 60 distinte fontane che creano uno spettacolo mozzafiato, unite a 250 statue dorate di grande impatto, che rappresentano divinità mitologiche.



Giardini di Peterhof

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Entrarono nell’edificio. Tutto era così lussuoso da sembrare finto. Il palazzo di Marly, il cottage voluto dalla moglie di Nicola I, stile neogotico. Gli addetti di sala convogliavano gli ospiti nel corridoio che portava alla sala principale. Quadri dappertutto. Decorazioni dorate alle pareti. Rifiniture di legno lavorato a cesello. Statue di ossidiana e marmo rosa.